Adattarsi, rafforzarsi, evolversi!

Nel profilo ideale di una figura professionale competente ci sono le doti di: problem solving, decision making, lavoro in team…

Oggi possiamo affermare che la resilienza è una delle nuove soft skill, e che è importantissima quando si lavora.

Esattamente come tutte le altre competenze anche questa la si può sviluppare e rendere una risorsa chiave. Chi riesce a trarne un vantaggio, la rende un’opportunità migliorando le performance e sviluppando la creatività.

Nelle aziende i cambiamenti a volte sono incalzanti. Possono esserci cambi di mansione, di responsabili di gruppi di lavoro. A volte semplicemente finiscono dei progetti e ne iniziano altri, e con essi arrivano un nuovo gruppo e nuovi clienti con cui interfacciarsi. Ed è proprio chi si trova ad affrontare questi continui cambiamenti che potrebbe viverli come ansiogeni e stressanti: non sempre si è pronti a capire che le incomprensioni, i conflitti e le difficoltà che insorgono fanno parte del nuovo riassetto.

Il lavoro quindi può portare a vivere e trovarsi in situazioni negative e difficili.

La resilienza aiuta a fronteggiare e porsi in maniera differente rispetto a queste situazioni.

 

Resilienza: entriamo nello specifico

La resilienza è la capacità di fronteggiare, superare ed evolversi di fronte ad eventi negativi.

E’ bene anche sottolineare che di fronte alle difficoltà nessuno è contento – non esistono persone che davanti ai problemi sono contenti – ma quello che fa la differenza è tra chi si stagna nella ricerca di una causa e chi sa sfruttare gli eventi negativi dicendo “vediamo dove mi porterà” e cogliendone un significato di crescita.

Alla luce anche del fatto che ogni problema ha la sua soluzione.

 

La soft skill della resilienzaCosa ci impedisce di essere resilienti?

Molto spesso le persone tendono a ricercare un’attribuzione di causa di fronte ad eventi negativi: “perché proprio a me”, “perché proprio io”, “perché sempre a me”, “perché tutti ce l’hanno con me”. Insomma, tutti quei mille perché che in realtà non hanno una risposta.

La leva della resilienza è riuscire a non attribuire agli eventi negativi un qualcosa contro sé stessi, ma focalizzarsi su cosa fare per venirne fuori. Questo porta poi a trarre un vantaggio e una lezione di crescita personale.

Nessuno comprende fino in fondo che abbiamo un fortissimo spirito di adattamento, che se solo lo lasciassimo venir fuori ci renderebbe più flessibili a moltissime situazioni. Pensate a quando ci si trova in una situazione di estrema emergenza e istintivamente si mettono in atto delle azioni per la sopravvivenza.

Ho visto gente con una forte paura per il sangue intervenire istintivamente per tamponare la ferita.

La resilienza nei bambini è molto sviluppata, viene poi modificata con il passare degli anni e in funzione delle esperienze, dei vissuti e dell’ambiente circostante.

La resilienza è la capacità di resistere agli urti senza spezzarsi, esattamente come un albero di bamboo che sa fronteggiare il vento senza spezzarsi.

Essere flessibili ci aiuta a non spezzarci quando arrivano forti venti.

 

Dalla teoria ai fatti

  • Ricordati di non etichettare gli eventi come un qualcosa contro di te, la razionalità non sempre ti aiuta.
  • Pensa a quante altre situazioni difficili hai già superato e che ti hanno insegnato qualcosa.
  • La resilienza è un esercizio esperienziale che si fa su campo, non si acquisisce studiando.
  • Trovare un lato positivo quando ti accade qualcosa che non ti piace, forse è quello di cui avevi bisogno per capire determinate cose.
  • Sbagliare è importante. Non capirai mai cosa fosse giusto per te se di tanto in tanto non inciampi in qualche errore per poi rialzarti.
  • Ricordati che nessuno è perfetto: siamo solo perfettibili e tendenti al miglioramento.